domenica 2 novembre 2008

16 Linguaggio blog

È interessante riflettere sui linguaggi dei blog. Il blog nasce come diario. E gli uomini hanno sempre tenuto dei diari. Ma oggi questi diari in rete sono fortemente interattivi e subdolamente narcisistici. I blog dei giornalisti stanno modificando il giornalismo. I blog della gente comune sono spesso un modo patetico di mettersi in mostra. I blog dei professionisti sono spesso advertising fatto in casa.
Tutti hanno in comune la rarefazione del pensiero, la ricerca della sintesi, l’impoverimento del lessico.
L’esigenza di postare spesso e con un certo ritmo costringe a scrivere per forza qualcosa. Così si impoverisce anche la qualità dei contenuti. La lenta revisione del testo, il tornarci spesso su per migliorare, tagliare o aggiungere non fa parte della dinamica del blog.
Ma la velocità, se ha molti difetti, ha il pregio della spontaneità, l’onestà dell’azzardo.
E poi occorre decidere di quale velocità si parla. La maggior parte dei blog nasce dalla notizia di cronaca o dall’esperienza quotidiana personale. Ma nulla vieta, come sto cercando di fare io, di scrivere un diario che provi a inanellare riflessioni filosofiche.
Alla fine, come si fa in ogni diario di viaggio, guardo a ritroso al strada percorsa, ed emerge tutto il “moto retrogrado del vero” di cui parlava Bergson, quella sorta di ironia tragica della storia di cui parlano Bocchi e Ceruti nel bellissimo “Origini di storie” (Feltrinelli).

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