mercoledì 30 aprile 2008

6 RESPONSABILITA' SOCIALE DELLE PERSONE

Il metodo descritto nel post precedente si basa su un concetto centrale nell’etica: quello della responsabilità. Non in senso giuridico (ho la responsabilità, la colpa di un atto), ma in senso umano: mi sento responsabile per quello che faccio e per le sue conseguenze.
Si parla molto di responsabilità sociale delle imprese. Si parla meno, molto meno della responsabilità sociale delle persone. Eppure è una delle colonne su cui dobbiamo fondare il futuro dell’umanità.
Oggi sta crescendo la consapevolezza dei problemi legati all’ecologia e alla sicurezza. Ma è prevalente la tendenza ad aspettare che le soluzioni vengano trovate dai governi o da altri soggetti nazionali o internazionali. La gente fa fatica a vedere il collegamento tra le grandi sfide climatiche e sociali e il proprio comportamento quotidiano. Eppure nessun governo, nessuna agenzia dell’ONU potranno raggiungere risultati se non ci sarà un profondo e diffuso cambiamento delle nostre abitudini quotidiane, pubbliche e private.
“Il degrado crescente della nostra casa comune, la Terra, denuncia la nostra crisi adolescenziale. Dobbiamo entrare nell’età matura e manifestare segni di saggezza.” (Boff, 1999)

sabato 19 aprile 2008

5 ETICA DI QUARTIERE

A proposito di sicurezza e reti umane...
Da molti anni, oramai, io e i miei colleghi ci occupiamo di problemi della socialità e della cittadinanza. Un’area in cui abbiamo sviluppato esperienze interessanti è ad esempio quella della sicurezza. Possiamo dire di avere ampiamente dimostrato che la sfida della sicurezza si può affrontare efficacemente solo se ognuno fa la sua parte: non solo la magistratura e le forze di polizia, ma anche i Comuni e gli altri enti locali (nella gestione del territorio; facciamo solo tre esempi: l’illuminazione, il recupero e la valorizzazione dei centri urbani, le politiche sociali) e specialmente i cittadini.
Così abbiamo sviluppato un metodo che spinge i cittadini a tornare a prendersi cura della propria casa comune (la città, il quartiere, la scuola, ecc.). Esso consiste principalmente nell’attivare discussioni e crescita di consapevolezza in gruppi di persone. Abbiamo sempre lavorato con gli enti locali, le scuole e il volontariato. Abbiamo cercato di diffondere o difendere la cultura della legalità, del senso di appartenenza, della collaborazione e della solidarietà.
Proviamo a coinvolgere le persone in una presa di consapevolezza di ciò che ognuno può fare, nel suo piccolo, per contribuire a risolvere i grandi problemi che l’umanità ha di fronte. Proviamo a portare le persone oltre la delega disimpegnata, fondata sull’idea che certi problemi sono così grandi che se ne devono occupare i governi: convincerli a vedere e ad assumere la propria responsabilità (di genitori, di figli, di vicini di casa, di cittadini, di utenti, ecc.) nella possibilità di prendersi cura di qualche problema.

martedì 15 aprile 2008

4 ELEZIONI POLITICHE APRILE 2008

Gli italiani hanno scelto la destra. Uno dei motivi della vittoria è legato al problema della sicurezza. Gli italiani hanno paura della globalizzazione e si sentono rincuorati da chi promette dazi e altri isolamenti. Gli italiani hanno paura degli immigrati e si sentono rincuorati da chi promette dighe, palizzate, fili spinati.
Ma queste promesse sono deboli e superficiali. La globalità dei mercati e delle genti non possano essere annullati. L’unica cosa che possiamo fare è crescere e migliorare per affrontare la competizione.
Non occorrono più dazi, né fili spinati. Occorrono più scuole, e migliori, e per tutti. Bisogna investire nel capitale umano. Non possiamo evitare che i nostri figli siano in competizione con l’idraulico polacco o l’informatico indiano. Possiamo però offrire loro un’istruzione che gli permetta di farcela.

sabato 12 aprile 2008

3 DEV

“Non sai come mi sono commosso a vedere certe persone un po’ timide e impacciate prendere un bongo e pian piano sciogliersi al ritmo; li vedi che cominciano a entrare in relazione con gli altri, e alla fine se ne vanno. E la stessa cosa ho visto accadere mettendo le persone a dipingere su un grande muro a loro disposizione, oppure a mixare la musica che avevano voglia in quel momento di fare ascoltare agli altri.”
Davide, in arte Dev, è un giovane artista che organizza momenti di creatività per la gente comune. Il sabato pomeriggio puoi trovare lui e i suoi amici in Piazza Castello nel centro di Torino. Spesso mettono a disposizione di chi passa colori e pennelli. Spesso sono i bambini quelli che iniziano a dipingere, ma poi coinvolgono i genitori, i nonni… Altre volte usano i … (non chiamarli “bongo”!).
Ha deciso di diffondere la voglia di arte tra la gente. Io penso che sia un buon esempio: una cosa che si può fare per riportare la gente per strada, a incontrare altra gente.
Il suo sito: http://www.devgraphic.it/

giovedì 10 aprile 2008

2 CAPITALE DEI RIFIUTI

Un esempio di capitale umano? Proviene chiaramente dal dibattito sui rifiuti di Napoli e dintorni.
È impossibile pensare una qualsiasi azione di miglioramento o difesa dell’ambiente fisico-naturale senza fondarla sulla qualità dell’ambiente umano, fatto di relazioni e valori. Di questo segno è stata l'esortazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all'inaugurazione delle celebrazioni al Quirinale del 60° anniversario della Costituzione italiana, (Roma 19.12.’07 - Adnkronos) che ha rilevato “ un bisogno nuovo e stringente di educazione civica nel nostro Paese, non solo per i giovani e i giovanissimi ma per tutti gli italiani".
L’ammonimento del Presidente si collega alla necessità di difendere, rinforzare o ricreare il senso di cittadinanza, di appartenenza e di partecipazione al bene comune che è la base per ogni politica sostenibile.
Anche la lettura dei recenti fatti di cronaca relativi al problema dei rifiuti in Campania lega inscindibilmente fra loro le criticità sociali e territoriali, come si comprende anche dalle parole del Card. Sepe, Vescovo di Napoli, che ricorda che “…ogni cittadino può e deve fare la sua parte. Denunciare le responsabilità politiche e amministrative è doveroso, ma questo non può divenire un alibi per dimenticare il fatto che ogni cittadino è chiamato alla "cittadinanza attiva. Anch'io provengo da questo territorio” ha detto il Vescovo “ e so che la popolazione campana ha le risorse morali per farcela" (13/1/2008).
Questo commento lega inscindibilmente fra loro ambiente fisico e sociale, natura e cultura, indicando fra le righe un approccio strategico maieutico, teso a far emergere e sviluppare le migliori potenzialità esistenti nei cittadini per farne soggetti attivi della propria tutela e promozione.

lunedì 7 aprile 2008

1 INIZIAMO SUBITO CON UN INFANTICIDIO

Il blog è appena nato e io uccido subito il suo nome più importante, il “capitale umano”. Davvero. È un termine che non mi piace per niente. Ma non voletemene: lo tengo perché questo è il termine in voga in questi anni per indicare l’importanza delle dimensioni umane (accanto a quelle tecniche economiche) nelle organizzazioni.

L’idea del capitale umano è frutto della recente evoluzione delle discipline economiche. È un miglioramento importante: riusciamo sempre più a convincere i manager che la produttività non si fonda solo su macchine e procedure, ma anche su come vive la gente nei luoghi di lavoro; gli investitori che devono valutare un’azienda sono sempre più attenti alle sue dimensioni etiche e umane (i capitali “intangibili”) accanto a quelle economico-patrimoniali; alcuni economisti come Yunus e Kahnemann hanno cominciato a dire che accanto al P.I.L. (che definisce la sviluppo solo economico di una nazione) occorre creare indicatori “di sviluppo umano”.

Ma rimane il fatto che il termine è di matrice economica. Ha di buono che riconosce nelle dimensioni umane un capitale. Ha di male che lo vede solo come un capitale, cioè come qualcosa di monetizzato.