lunedì 20 ottobre 2008

14 Povero linguaggio

Da almeno un secolo oramai la filosofia ha messo il linguaggio a crocevia delle dinamiche del mondo. Ma già Aristotele aveva chiarito che l’uomo è un animale sociale perché sa parlare. E ora più che mai la nostra comprensione della realtà, la nostra azione su di essa dipendono dalle parole che abbiamo. Il linguaggio genera la realtà-
Una forma di questa riflessione riguarda il totalitarismo e la manipolazione (in genere semplificatoria) del linguaggio. Con Orwell abbiamo avuto la più celebre denuncia del fatto che l’impoverimento della lingua fonda il totalitarismo. Orwell scriveva nel 1948. Da allora l’impoverimento è continuato. I totalitarismi sono stati combattuti, sconfitti, spesso sono ricomparsi. A volte sotto forme più subdole. A esempio, oggi molti osservatori ci mettono in guardia dalla situazione che si sta creando in Italia, dove il linguaggio politico è enormemente impoverito, arretrato, rappreso in slogan e moduli semplici e ripetitivi (si veda ad es. AAVV Forme contemporanee di totalitarismo, Bollati Boringhieri).
Il linguaggio di Internet (e ancora più quello dei telefonini) si sta ulteriormente impoverendo: è il segno di una deriva autoritaria mondiale? Eppure Internet è il veicolo più forte di diffusione di democrazia. I governi antidemocratici lo sanno benissimo e ne limitano la diffusione.

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