sabato 19 luglio 2008

9 NARRAZIONI

Ho letto da poco qualcosa sul metodo narrativo in psicoterapia e sul pensiero narrativo in generale. La persona che scriveva questo articolo lo definiva un pensiero importante, che fonda e rifonda continuamente la nostra identità e i nostri sistemi di senso. è invece, se ci pensiamo bene, una delle attività più frequenti e centrali nella nostra vita. Al mattino facendo colazione, durante il giorno in ufficio o a scuola, alla sera mentre ceniamo, dopo cena (se non ci azzeriamo di fronte alla televisione) ci scambiamo decine e decine di narrazioni. In questo scambio con le narrazioni degli altri nostri amici, colleghi e parenti, costruiamo e ricostruiamo il senso del nostro presente, talvolta guardando al passato, talaltra al futuro. Il pensiero narrativo raramente produce una forma scritta e organizzata. Ma il fatto che per la maggior parte di noi il pensiero narrativo non sia né scritto né organizzato non vuol dire che esso sia meno importante o meno frequente. Esso corrisponde alla naturale inclinazione dell’essere umano a raccontare e raccontarsi. Questa inclinazione è sicuramente legata al benessere psicologico che questa attività genera. Ciò raggiunge livelli “organizzati” ad esempio nel caso della psicoterapia; ma senza arrivare a tanto, basta che si produca la forma scritta, ad esempio se decidi di tenere un diario.

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